venerdì 5 settembre 2025


Gabriel Garcìa Màrquez. La Poetica.

Lo stile letterario e le tematiche.

Gabriel García Márquez fu uno dei quattro scrittori latinoamericani coinvolti per primi nel boom letterario latinoamericano degli anni Sessanta e Settanta; gli altri tre autori erano il peruviano Mario Vargas Llosa, l'argentino Julio Cortázar e il messicano Carlos Fuentes (ad essi è da aggiungersi la figura discostata di Jorge Luis Borges). Sarà Cent'anni di solitudine il romanzo che gli porterà fama internazionale di romanziere del movimento magico-realista della letteratura latinoamericana, che influenzerà gli scrittori di periodi successivi, come Paulo Coelho e Isabel Allende. Egli appartiene alla generazione che recuperò la narrativa fantastica del romanticismo europeo, come quella di E.T.A. Hoffmann, e il romance, lo stile dei poemi lirici, epici e mitologici che andavano di moda fino all'alba del romanzo moderno nel XVIII secolo, quando la particolare mescolanza di reale e invenzione venne relegata nella letteratura del romanzo gotico - dei vari Hoffmann, Walpole, Radcliffe, Shelley, Lewis e Charles Robert Maturin, autore di Melmoth l'errante (si veda la leggenda dell'ebreo errante o quella di Francisco el Hombre, che ricorda vagamente La ballata del vecchio marinaio di Coleridge, citate da Márquez in Cent'anni di solitudine) - o in altri sottogeneri.


Come una metaforica e critica interpretazione della storia colombiana, dalla fondazione allo Stato contemporaneo, Cent'anni di solitudine riporta diversi miti e leggende locali attraverso la storia della famiglia Buendía, i cui membri per il loro spirito avventuroso si collocano entro le cause decisive degli eventi storici della Colombia — come le polemiche del XIX secolo a favore e contro la riforma politica liberale di uno stile di vita coloniale; l'arrivo della ferrovia in una regione montuosa; la Guerra dei mille giorni (Guerra de los Mil Días, 1899–1902); l'egemonia economica della United Fruit Company ("Compagnia bananiera" nel libro); il cinema; l'automobile; e il massacro militare dei lavoratori in sciopero come politica di relazioni fra governo e manodopera. La ripetitività del tempo e dei fatti è appunto il grande tema del romanzo, un tema in cui l'autore riconosce la caratteristica della vita colombiana e attraverso cui vediamo delinearsi altri elementi: l'utilizzo di un "realismo magico" che mostra un microcosmo arcano in cui la linea di demarcazione fra vivi e morti non è più così nitida e in cui ai vivi è dato il dono tragico della chiaroveggenza, il tutto con un messaggio cinicamente drammatico di fondo, di decadenza, nostalgia del passato e titanismo combattivo di personaggi talvolta eroici ma votati alla sconfitta. Il tema del tempo ciclico e del rituale domina anche Ci vediamo in agosto, L’amore ai tempi del colera, Cent’anni di solitudine e Memoria delle mie puttane tristi.


Su questa linea, dopo un inizio nella letteratura realistica di stile hemingwayano, proseguirà tutta l'opera di García Márquez (tranne gli scritti prettamente autobiografici), in equilibrio tra l'allegoria, il reale e il mito, influenzato dalle tematiche surreali dell'"allegorismo vuoto" di Franz Kafka e dal simbolismo. Lo stile presenta notevoli intrecci, digressioni, prolessi e analessi, con l'uso di frasi quasi poetiche nella prosa, un linguaggio ricercato e prosaico alternato a seconda del personaggio, e lo svolgimento di storie "corali" e parallele. Il narratore è spesso esterno e onnisciente, cioè conosce già gli avvenimenti futuri.


Oltre agli autori citati si possono ricordare come fonte di ispirazione: per il contenuto nel tipico stile del realismo magico latinoamericano, l'influenza di numerosi scrittori e autori, tra cui William Faulkner, Sofocle, Herman Melville, Juan Rulfo, Virginia Woolf, Miguel de Cervantes con il suo Don Chisciotte della Mancia, il surrealismo e l'espressionismo; per il linguaggio e la tecnica formale della scuola magico-realista ispanica a cui appartiene l'autore, che oscillano tra crudezza, raffinatezza e involutezza del periodare, si è debitori oltre che a Hemingway, a Graham Greene e, per le parti più ricercate in cui vi è un monologo del narratore privo di dialoghi, allo stile neobarocco-decadente di Joris-Karl Huysmans; ciò per influsso del romanziere peruviano, modernista-ispanoamericano, Ventura García Calderón, ispiratosi a sua volta al citato scrittore francese di A rebours (1884) e a Wilde, nipote di Maturin, specialmente alle parti gotiche del Dorian Gray (1891).


Nessun commento:

Posta un commento